L’ Ippocampus guttulatus

L’incontro con il Cavalluccio marino

Facciamo spesso viaggi esotici alla ricerca di creature marine rare ed affascinanti eppure a casa nostra, nelle acque del Mediterraneo, sono custodite sorprendenti meraviglie. E’ quanto mi è accaduto di scoprire in una facile immersione in Liguria. Improvvisamente nel mirino della mia fotocamera scorgo l’inaspettato, un bellissimo esemplare di cavalluccio marino.

Negli ultimi anni la presenza di questi splendidi animali si è fatta purtroppo sempre più rara, fino al punto da considerarli, in moltissime zone, quasi scomparsi o  a rischio di estinzione. La cementificazione selvaggia, l’inquinamento e la presenza dell’essere umano sono state tra le cause principali di questo fenomeno.
La situazione oggi è in leggero miglioramento, grazie ad una politica del mare più attenta molte zone costiere italiane stanno riprendendo vita. I cavallucci marini sono, indubbiamente, degli animali importanti per valutare le condizioni dell’ambiente sommerso. Possono essere considerati, per certi versi, delle vere e proprie cartine di tornasole. Sono animali sensibili all’inquinamento delle acque e si allontanano inesorabilmente, o muoiono, quando l’habitat nel quale vivono è contaminato.

Tra il mitologico e il reale

Così affascinante al punto da essere una figura importante nella mitologia degli antichi greci e dei romani. L’ippocampo, che figurava nel corteo di Poseidone per metà cavallo e per metà animale acquatico, in realtà è un piccolo pesce appartenente alla famiglia dei Sygnathidae. Una famiglia complessa che ad oggi raccoglie più di 50 specie di cavallucci marini. Un animale perfettamente adattato a differenti climi e ambienti sommersi, dalle zone temperate a quelle tropicali. Un pesce che abita quasi tutti i mari del nostro pianeta.

Due diversi cavallucci

Nel Mediterraneo si possono incontrare due specie diverse: l’Hippocampus Hippocampus e Hippocampus Guttulatus o Ramulosus. L’esemplare in questione è una bellissima femmina di Hippocampus Guttulatus. 9 cm di lunghezza, livrea marrone scuro con piccole chiazze bianche. Il minuscolo scheletro, formato da piastre ossee, sostiene gli organi vitali dell’esile animale. Si sposta in acqua utilizzando delle minuscole pinne: la pinna dorsale è la più importante, permette al cavalluccio di nuotare in maniera rapida e precisa. Quelle laterali sono posizionate appena dietro alla testa e sono utilizzate per gli spostamenti e le manovre più complesse.

Le prede del cavalluccio marino

Il muso allungato e la piccola bocca lo costringono ad una dieta alimentare assai limitata e specifica. Le prede del cavalluccio marino sono esclusivamente piccoli crostacei e microscopici animali detti anche più genericamente zooplankton. La bocca priva di denti  risucchia le prede con grande velocità.
Il corpo è solitamente formato da una cinquantina di anelli ossei mentre sulla testa che ricorda appunto quella equina. Sul dorso sono presenti evidenti ramificazioni. La coda, organo fondamentale per il cavalluccio marino, è prensile, permettendo così all’animale un facile ancoraggio sul fondale. Un habitat particolare quello frequentato da questo simpatico animale. Acque basse e costiere, fondali detritici con presenza di alghe oppure le praterie di Poseidonia oceanica, tipiche di molte zone del Mediterraneo.

Come si riproduce?

Si riproduce in maniera del tutto particolare con cambiamenti di livrea a volte molto evidenti, fino ad assumere colorazioni vivaci. Una danza notturna, la femmina ed il maschio si trattengono per la coda. Questo si protrae fino a quando la femmina depone le uova all’interno del marsupio, organo presente esclusivamente nei maschi. Sarà il maschio, infatti, a fecondare le uova, a far nascere i piccoli ed a prendersi cura dei neonati.
Un momento magico ed indimenticabile per chi ha la fortuna di ammirarlo: dopo quasi due mesi di gestazione il maschio incomincerà a contrarre ritmicamente l’addome. I piccoli, uno ad uno, usciranno lentamente dal marsupio.
La presenza del marsupio rende facile l’individuazione del sesso: solo il maschio ne è provvisto. Nel caso di esemplari molto giovani, nei quali il marsupio non sia ancora evidente, sarà la pinna anale a svelarci il sesso. Nelle femmine questa minuscola pinna è localizzata alla base dell’addome mentre nei maschi è più in alto, sopra l’apertura del marsupio.

Il Cavalluccio marino è  un animale da proteggere,  fragile e sensibile anche ai minimi segnali di inquinamento. Una piccola meraviglia dei nostri mari da conoscere più a fondo e da rispettare.