Un emozionante rilascio in natura
Adoro gli animali e, quando capita, non posso esimermi di aiutare qualche creatura in difficoltà. E’ vero, forse dovrei lasciar fare alla natura il suo corso, ma come essere umano spesso mi lascio prendere dalle emozioni. Che emozioni quel giorno con la Piovra!
Di tanto in tanto mi capita di frugare tra le migliaia di foto che ho salvato negli anni su innumerevoli hard disk. Ieri sera, cercando tutt’altro, ho riaperto un vecchio file. E’ un’immagine realizzata da un amico cinese, un momento speciale della mia vita subacquea. Ho, quindi, deciso di raccontarlo in questa pagina del mio diario.
Tasmania terra di mare e di vento
Un viaggio rocambolesco, acqua fredda e mare mosso, sempre mosso. Al mattino gli amici del diving, proprio vicino alla zona risciacquo, hanno una novità: un grosso bidone di plastica blu, tipo quelli da spedizione. Curioso mi avvicino e scopro il suo contenuto: un enorme polpo che respira affannato. Mick e Karen, i proprietari del centro, mi spiegano che lo hanno recuperato a mattina presto. E’ uno di quei grandi Polpi, direi proprio una Piovra, che ogni tanto rimangono bloccati nelle varie insenature della zona. In Tasmania le maree sono molto evidenti e le insenature della costa permettono a questi animali di cibarsi in zone solitamente inaccessibili. Il poveretto è verosimilmente rimasto bloccato a marea bassa. Sarebbe di sicuro stato preso da qualche “local” e finito in padella … e che padella!
Liberiamo la Piovra?
La giornata prometteva bene! Immersioni e poi liberazione delle “belva” che nel frattempo stava “spurgandosi” di tutta la fanghiglia respirata a marea bassa.
L’idea era quella di liberarlo durante la pausa tra le due immersioni della giornata. Tra i pochi clienti del diving serpeggiava un po’ di apprensione.
Mick era il nostro Capitano, deciso e ottimo conoscitore dei luoghi. Si capiva poco quando parlava. Un biologo marino irlandese trapiantato in Tasmania che parlava con accento australiano, il tutto in un “windy day”…
Per fortuna non ci fu bisogno di parole, si trattò di uno di quei fatidici momenti dove basta uno sguardo. Saltavamo come dei matti sulle onde per portarci nei pressi della seconda immersione quando incrociammo gli sguardi per una frazione di secondo. Mick fermò i motori, giù l’ancora, misi il Gav e Richard preparò la fotocamera.
In realtà l’impresa più ardua fu quella di convincere il “polpone”, ad entrare nella sacca che Mick mi aveva allungato poco prima con un mezzo sorriso.
Furono momenti difficili, l’essere si era “aggrappato” in coperta. Sembrava proprio che le ventose dei suoi tentacoli fossero diventati un tutt’uno con la barca. Gli astanti si erano per così dire tutti “assentati”, evaporati … e dire che la barca era piccola. Finalmente, dopo vari tira e molla, riuscii ad entrare in acqua con l’animale nella sacca.
Un attimo e poi la libertà
Sembrava di andare a fare la spesa ma sarei ritornato più leggero, molto più leggero. Entrata in acqua difficile e lenta, con Richard che mi seguiva con l’intento di fotografare il tutto. Qualche metro più sotto e qualche minuto dopo: il Polpo piano piano capì di poter uscire da quella prigione di rete gialla. Eravamo sospesi a mezz’acqua, sotto di noi la sabbia, il kelp e l’acqua fredda. Mi guardò teneramente con un occhio enorme ed impaurito. Ebbi solo il tempo di godermi velocemente questo momento fantastico. Il flash della fotocamera di Richard e poi il guizzo. Pochi attimi per seguire con gli occhi l’animale che, datosi alla fuga, aveva inutilmente cercato di coprire le sue traccie con uno schizzo di inchiostro.
Che bel momento, che bei ricordi e che bella foto!